Alla scoperta del cosmo
Trasmettere informazioni all'umanità e sull'umanità è il compito di Voyager 1 e Voyager 2, le due sonde che sono state spedite nello spazio nel 1977, e che, negli ultimi decenni, hanno portato ogni genere di informazione riguardo la composizione del Sistema Solare.
Scritto da Silvia Giunta
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A partire dalla seconda metà del secolo scorso sono stati effettuati i più disparati tipi di esperimenti per cercare di comprendere al meglio una nuova dimensione, sostanzialmente sconosciuta all'uomo: lo spazio.
Diversi istituti si sono adoperati per cercare di ampliare le nostre conoscenze riguardo alle caratteristiche del cosmo, fra questi, in prima linea, la National Aeronautics and Space Administration (meglio nota come NASA), con sede a Washington.
È proprio da lì, infatti, che nel 1977 parte il progetto Vooyager. Esso prevede il lancio di due sonde, la Voyager 1 e la Voyager 2, il cui obiettivo primario è raccogliere dati e informazioni sul sistema solare, per trasmetterli alle stazioni di Terra. Le due navicelle sono alimentate da pile al plutonio, che posseggono un'autonomia sufficiente a mantenerle in attività per circa altri cinque anni. Esse hanno consentito molte delle scoperte che l'umanità ha compiuto in ambito astronomico dal 1977 fino ad oggi, e la Voyager 2 rimane l'unica navicella ad aver permesso delle osservazioni ravvicinate di Urano e Nettuno.
Ma la missione delle due sonde non fnisce qui: le Voyager, infatti, trasportano entrambe un disco di alluminio dorato, su cui sono stati incisi diversi schemi e disegni che spiegano come accedere alle informazioni che esso contiene. Ciascun disco, infatti, racchiude immagini e registrazioni sonore che illustrano la storia della civiltà umana, oltre ad istruzioni ben precise, che indicano la posizione del nostro pianeta.
Le due navicelle, quindi, sono le depositarie di un duplice compito: esplorare lo spazio, e lasciare una traccia dell'umanità, affinchè essa possa essere ripercorsa.