All'ora dei Vespri

30.03.2020

Tra la caduta degli Svevi in Sicilia e l'insediamento degli Aragonesi. La storia dell'insediamento angioino e la loro cacciata iniziata il 30 Marzo 1282, dopo nemmeno 20 anni di dominio sull'isola.

Scritto da Alessandro Averna

2 min.


Alla morte di Federico II il regno di Sicilia entra in una crisi politica: il figlio Manfredi non è all'altezza del padre, il Papa è fortemente opposto al suo potere e i banchieri toscani desiderano entrare nel mercato siciliano, così Carlo d'Angiò, fratello del Re di Francia, ottiene dal Papa l'autorizzazione e il titolo di Re di Sicilia e dai banchieri toscani il denaro necessario a finanziare una campagna militare nel sud Italia.

Nel 1266, dopo la battaglia di Benevento, Manfredi è sconfitto e Carlo diviene de facto re. Inizierà un periodo di soprusi e violenza civile nei confronti del ceto più basso, una vera e propria sostituzione della piccola borghesia siciliana e dell'aristocrazia locale e addirittura lo spostamento della capitale da Palermo all'Italia continentale.
I siciliani non possono sopportare tutto ciò, quindi chiedono al Papa in primis di non supportare più gli angioini e poi di potersi autogovernare. Il Papa rifiuta così cercano il supporto dell'ultimo erede legittimo degli Svevi, Pietro d'Aragona, marito di Costanza, figlia di Manfredi.

Il giorno successivo alla Pasqua del 1282, il 30 Marzo, avviene la goccia che farà traboccare il vaso: a Palermo una donna sta camminando col marito verso la Chiesa del Santo Spirito, per assistere alla funzione serale dei Vespri del Lunedì dell'Angelo, quand'ecco che viene molestata da un soldato, davanti al coniuge, con la scusa di una perquisizione corporea, così il marito in risposta prende la spada dell'angioino e lo uccide. La popolazione tutta insorge, in difesa del concittadino, uccidendo le altre guardie accorse sul posto, e non solo Palermo, ma tutta la Sicilia, a partire da Corleone, si ribellerà al grido "Mora! Mora!" e "AnTuDo". In questo periodo sarà adottata per la prima volta l'attuale bandiera regionale, la triscele su sfondo rosso, simbolo di Palermo, e giallo, colore di Corleone. In seguito, con l'avvento dei soldati aragonesi, gli angioini saranno definitivamente cacciati dall'isola.

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