Arte e disagio psichico: breve storia di Van Gogh
La notte del 23 dicembre 1888, nella sua casa gialla di Arles, il pittore Olandese Vincent Van Gogh si tagliò, servendosi di un rasoio, parte dell'orecchio sinistro, lo avvolse in un foglio di giornale e lo recapitò ad una donna, presumibilmente una prostituta.
Scritto da Isabella Ferro
1 min.
Le motivazioni di questo folle gesto sono riscontrabili in una concatenazione di eventi: il presunto litigio con il pittore Paul Gauguin, ma, soprattutto, la notizia, giuntagli per lettera, del futuro matrimonio del fratello Theo da cui il pittore, non ancora conosciuto al pubblico, dipendeva economicamente.
Si è sempre pensato che la mutilazione operata fosse limitata al solo lobo, ma, le indagini condotte dallo scrittore Irving Stone, autore della famosa biografia di Van Gogh Brama di vivere, hanno permesso di accertare la reale entità del danno.
Lo scrittore, infatti, recatosi ad Arles nel 1930, aveva fatto visita al medico che trattò la ferita all'orecchio di Van Gogh, chiedendogli di rappresentare, tramite uno schizzo, le condizioni effettive della mutilazione. Dal disegno, datato 18 agosto 1930 ed esposto in una mostra al museo di Van Gogh ad Amsterdam, si evince che il pittore si amputò gran parte del padiglione auricolare.
In seguito a questo episodio, Van Gogh fu ricoverato e tenuto in isolamento per due settimane e successivamente trasferito al manicomio di Saint-Rèmy. Una volta dimesso dal manicomio, nel 1890, si trasferì Auver-sur-Oise, una cittadina a nord di Parigi. Il lungo periodo di disagio psichico causato dalla sua malattia, probabilmente schizofrenia, si concluse con il suo suicidio.
Van Gogh morì il 27 luglio del 1890, a soli 37 anni, sparandosi proprio in quel campo di grano che aveva recentemente rappresentato nel celebre dipinto Campo di grano con volo di corvi.
Fonti e approfondimenti:
https://www.focus.it/cultura/curiosita/ecco-come-van-gogh-si-mutilo-lorecchio