Come ricominciare: un piccolo strumento

23.04.2020

La voglia che il paese ha di ripartire è molto impetuosa, in quanto i danni economici si stanno facendo sentire sempre più forti, ma a quali rischi andremo incontro senza le dovute accortezze e con l'idea che tutto possa essere come prima dall'oggi al domani. Intanto arriva un'app dedita a ridurre questi rischi.

Scritto da Alessandro Averna

3 min.


Il governo pensa a un inizio di riapertura leggera e dosata a partire dal 4 Maggio, ma ha precisato più volte che dipenderà tutto dai dati di questi ultimi giorni. Ciò per quanto riguarda le aziende, mentre, per quanto concerne la scuola, la ministra Azzolina ha dichiarato che si ritornerà a Settembre, pur auspicando uno svolgimento degli esami in sede istituzionale e non dalla propria camera.

Questo progetto di ritorno alla normalità è chiamato con l'appellativo di "Fase 2", in antitesi alla "Fase 1", cioè quella del rimanere chiusi in casa. Ma se è vero che una riapertura è necessaria è altrettanto vero che i rischi legati alla ripartenza sono molteplici e non da sottovalutare.

Se la "Fase 2" avvenisse senza regolamentazioni rigide almeno quanto quelle attuali, in termini di autorevolezza, allora probabilmente non molto più tardi guarderemmo a una 'Fase 3', cioè una copia della "Fase 1", ma con effetti amplificati dall'aver vanificato 2 mesi di quarantena. A riguardo il commissario Arcuri ha detto in conferenza stampa: "Senza sicurezza la ripresa durerà quanto un battito di ciglia"

Quindi, per coadiuvare l'intelletto umano, che obbiettivamente può molto poco, pur con le migliori leggi varate ed applicate, in un paese così eterogeneo, entra in gioco la tecnologia: è infatti in via di sviluppo un'applicazione che permetterà il controllo di una possibile nuova espansione del virus.

Il suo nome è "Immuni" della Bending Spoons, e permetterà il tracciamento di tutti coloro i quali abbiano installato l'app e dichiarato di aver contratto il virus o di manifestarne sintomi. In tal modo coloro che si sono ammalati applicheranno le misure da quarantena, mentre tutti gli altri utenti saranno avvertiti se stati nelle vicinanze di una zona dove è passato un infetto prima della diagnosi. Così coloro che avranno ricevuto il "warn" faranno in modo di rimanere in isolamento preventivo.

Apparentemente un ottimo sistema, ma si capisce bene dalle funzionalità dello stesso, che, per una buona riuscita, è necessaria una grandissima partecipazione da parte della popolazione: serviranno almeno 3/5 di download per avere un risultato decente, che chiaramente non garantisce certezza totale.

Perché porsi questo problema? Basterebbe rende obbligatorio il download: insomma, in un periodo dove siamo costretti a installare svariate app per motivi di lavoro e di socializzazione, in un periodo dove tutti noi abbiamo più di un social network di origine estera a testa, non dovrebbe preoccuparci un'applicazione volta a proteggere la nostra salute (e la nostra economia) in cambio di un altro pezzo della nostra pubblica vita privata.

Ebbene l'applicazione, almeno per il momento, non sarà obbligatoria e addirittura 300 accademici di diversi atenei esplicano il loro dissenso circa quest'app, manifestando che i dati personali sarebbero a rischio e che la meta di arrivo degli stessi sia incerta.

Sempre il commissario all'emergenza Domenico Arcuri ha specificato che i dati raccolti dall'applicazione non saranno venduti all'estero (come accadde qualche anno fa con le relazioni tra Facebook e Cambridge Analytics), ma saranno utilizzati unicamente in Italia a scopo sanitario e statistico, nel rispetto delle leggi italiane.

È evidente che la situazione non sia ancora matura per poter definire con maturità afaziosa quale sia l'idea migliore riguardo un'applicazione del genere. Quel che è evidente, però, è che l'unico ragionevole dubbio a riguardo proviene esclusivamente dalla mancanza di chiarezza e trasparenza da parte delle istituzioni, le quali però non hanno per il momento alcuna colpa in quanto il progetto è ancora in fase di sviluppo.

Auspichiamo novità precedenti alla data di rilascio in tutta Italia dell'applicazione e in quel momento saremo sicuramente pronti a contribuire, tutti, possibilmente in maniera obbligatoria, nel nostro piccolo, alla sicurezza sanitaria della Nazione, che a quel punto non potrà essere messa a rischio da singoli individui intenti a dimostrare ciò che non esiste.

Fonti:Repubblica, The Italian Times.

Approfondimenti:

https://www.theitaliantimes.it/tecnologia/immuni-app-cos-e-come-funziona-da-quando-dove-come-si-scarica_220420/ 

https://www.repubblica.it/tecnologia/2020/04/22/news/coronavirus_sull_app_immuni_si_sa_troppo_poco_ecco_perche_temiamo_-254703493/?refresh_ce 

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