Fondo Salva-Stati (MES): facciamo chiarezza
Sentiamo spesso parlare di MES in televisione, e la politica ne ha fatto ormai da mesi un campo di battaglia, ma cos'è il MES, come funziona, quali nazioni vi contribuiscono e quali effetti comporta?
Scritto da Alessandro Averna
4 min.
Il MES, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, è un progetto economico europeo, volto a esercitare le funzioni di un fondo finanziario, ed esiste dal 2012. Come suggerisce il nome, esso è alle dipendenze dell'Unione Europea e ha come scopo il mantenimento della stabilità monetaria all'interno dell'eurozona, agendo tramite l'erogazione di prestiti verso le banche nazionali, qualora l'economia di uno stato facente parte dell'organizzazione sia messa in pericolo col rischio di pr Il MES, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, è un progetto economico europeo, volto a esercitare le funzioni di un fondo finanziario, ed esiste dal 2012. Come suggerisce il nome, esso è alle dipendenze dell'Unione Europea e ha come scopo il mantenimento della stabilità monetaria all'interno dell'eurozona, agendo tramite l'erogazione di prestiti verso le banche nazionali, qualora l'economia di uno stato facente parte dell'organizzazione sia messa in pericolo col rischio di propagare la propria crisi, motivo per cui è volgarmente definito "fondo salva-stati". opagare la propria crisi, motivo per cui è volgarmente definito "fondo salva-stati".
Ma nella pratica, come agisce il MES? Ponendo il caso che un paese dell'eurozona entri in una crisi tale da necessitare l'aiuto del fondo, quest'ultimo può intervenire con un capitale di massimo 700 miliardi di euro, 80 dei quali sono investiti dai paesi facenti parte dell'eurozona, così da poterli utilizzare come garanzia per ottenere il denaro da prestare realmente: quello di investitori privati, che prestano a loro volta il denaro privato al MES, il quale poi lo girerà al paese in difficoltà, sicuri della garanzia del ritorno del capitale più un lieve interesse al privato, concordato caso per caso, sia con l'investitore privato, sia con lo stato ricevente. Ecco quindi l'utilità pratica del progetto: fornire prestiti a basso interesse a paesi dell'eurozona, evitando che la nascita di una crisi dentro uno solo di questi possa portarsi dietro altre zone fragili dell'organizzazione, così da non costringere il paese a cercare da solo la liquidità.
Altrimenti? Questa organizzazione è stata creata con lo scopo di stroncare sul nascere le gravi crisi economiche, in quanto, qualora essa non esistesse, il singolo paese dovrebbe chiedere individualmente la liquidità necessaria a pagare il debito e, come si sa, le garanzie che un singolo stato può dare a un investitore privato sono molto minori rispetto a quelle che offrono 17 paesi, causando così tassi di interesse molto più elevati, ergo più denaro bruciato.
Ma il MES può essere usato sempre? Chiaramente no, abbiamo detto che esso è utilizzato in caso di gravi crisi, che possano ripercuotersi sulle altre economie, quindi, quando un paese richiede un prestito al MES, all'interno dell'organizzazione avviene una votazione a maggioranza qualificata, nella quale, però, ogni paese non ha la stessa valenza al momento del voto: esso è infatti determinato dalla quota di partecipazione al progetto, la quale è indicata dal denaro depositato dal paese a fronte di quegli 80 miliardi che fanno da fondo cassa, e, a sua volta, questa quota di denaro è correlata al Prodotto Interno Lordo nominale ("totale") del paese in questione, paragonato a quello di tutta l'eurozona. Per fare un esempio l'Italia possiede quasi il 18% delle quote associative in quanto questa è la percentuale del PIL italiano all'interno di quello monetario europeo e pertanto l'Italia si prende carico di questa percentuale sugli 80 miliardi, avendone depositati 14. Di recente è stata discussa la possibilità di abbassare questa maggioranza qualificata, in modo tale da rendere più facile l'accesso, possibile anche in condizioni meno gravi: questo è stato il motivo di dibattito legato al MES negli ultimi mesi in Italia.
Il denaro viene prestato a tutti coloro che lo richiedono con le stesse procedure? Decisamente no, ogni caso viene negoziato singolarmente, ma di base vi sono due linee guida seguite dal MES per decidere come procedere: una per coloro che sono in linea con i vincoli europei, ergo sono considerati solidi a livello economico e la richiesta di denaro viene vista come una tantum che potrà essere sicuramente restituita, definito "Precautionary Conditioned Credit Line", che permette agevolazioni durante la ricezione del denaro oltre che la possibilità di decidere unilateralmente le modalità di uscita dal momento di crisi; l'altra per coloro che non rispettano i vincoli, definita "Enhanced Conditions Credit Line", che invece pone delle maggiori restrizioni nel prestito e interventi bilaterali sulle strategie di risoluzione della crisi. Uno dei criteri maggiore che scinde i paesi tra i due schemi è il rapporto debito/PIL, auspicabile a 3/5, ma non è decisivo da solo, in quanto vi sono altri criteri. Ad esempio l'Italia pur non rispettando il rapporto debito/PIL, che abbiamo a 7/5, rientrerebbe comunque nel PCCL.
Finora il MES è stato utilizzato 3 volte: in Spagna con 42 miliardi tra il 2012 e il 2013; a Cipro con 9 miliardi tra il 2013 e il 2016; in Grecia con 86 miliardi tra il 2015 e il 2018.
Fonti e approfondimenti:
https://www.bbc.com/news/business-19870747
https://www.esm.europa.eu/esm-governance
https://www.esm.europa.eu/sites/default/files/rules_of_procedure_for_the_board_of_governors.pdf
[22:02, 04/04/2020] Alessandro Averna: https://en.wikipedia.org/wiki/European_Stability_Mechanism