Gli studenti cinesi contro l’imperialismo

04.05.2020
La Cina sarà una delle nazioni più sacrificate dalle clausole del Trattato di Versailles (1919). Dovrà combattere aspramente per ottenere delle condizioni più eque, ma la determinazione dei cinesi porteranno, con il tempo, al conseguimento di questo obiettivo.

Scritto da Silvia Giunta

1,5 min.


Il 4 maggio 1919 Piazza Tian'anmen, a Pechino, si riempie di manifestanti che protestano contro il Trattato di Versailles e l'umiliazione che questo aveva appena inflitto alla Cina.

Nel 1914, infatti, il paese aveva preso possesso della regione dello Shandong, fino ad allora controllato dalla Germania. L'anno successivo il Giappone aveva presentato un elenco di ventuno richieste, tra cui figurava anche quella di avere ufficialmente riconosciuta l'egemonia su alcune aree controllate dalla Cina, che precedentemente gravitavano nell'orbita tedesca inclusa, quindi, la recentissima acquisizione dello Shandong. La nazione, tuttavia, affidata alla corrotta guida di Anfu, aveva acconsentito alle istanze avanzate dalla vicina Nazione.

Poco più di due anni dopo, nel 1917, la Cina aveva dichiarato guerra alla Germania e aveva stipulato un accordo con gli Alleati che prevedeva, in caso di vittoria, la restituzione dei territori che il paese aveva perso.

Le ostilità si concluderanno con la sconfitta dei tedeschi, ma le potenze europee sembreranno dimenticare gli accordi presi in precedenza e, nonostante le suppliche e le proteste dei cittadini, gli ambasciatori cinesi si troveranno costretti a sottoscrivere le condizioni del Trattato di Versailles.

La delusione e l'amarezza provocate da questa decisione genereranno accese manifestazioni in tutta la Cina. Il movimento del 4 maggio è la testimonianza della rabbia e della frustrazione di un popolo che si è dovuto piegare all'ingiustizia e alla prevaricazione. Non è un caso che la partecipazione al corteo sia soprattutto giovanile: scende a protestare quella parte della popolazione che sarebbe stata erede della caduta di un impero e che si trovava a dover fare i conti con l'arretratezza del paese.

Le grida di "Mr. Science" e "Mr. Democracy" animeranno le manifestazioni che, presto, si diffonderanno in tutta la Cina e, lentamente otterranno il risultato sperato.

Il governo di Pechino, infatti, si ritira e la delegazione cinese rifiuta di accettare diverse clausole del Trattato di Versailles. I negoziati dureranno per ben tre anni ma, finalmente, nel 1922 durante la Conferenza di Washington, le richieste della Cina vengono ratificate e il Giappone rinuncia alle sue rivendicazioni territoriali.

Fonte: https://lospiegone.com/2019/08/04/ricorda-1919-il-movimento-del-4-maggio/ 

Approfondimenti: https://www.skuola.net/storia-contemporanea/1960-movimenti-studenteschi-talia.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Versailles_(1919) 

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