Ho abortito e sto benissimo

03.06.2020

In Italia il tema dell'aborto è tuttora difficile da affrontare. Diventa sempre più difficile accedervi e rimane un tabù. Nel 2016 le minorenni che hanno scelto di affrontare questa pratica sono state quasi il 3%. I medici che scelgono di ricorrere all'obiezione di coscienza sono 7 su 10, un dato troppo alto. 

Scritto da Alessia Loi

2 min.


Uno dei servizi fondamentali che durante la pandemia ha subito riduzioni o, addirittura, interruzioni è stata la possibilità di accedere all'IGV (interruzione volontaria di gravidanza). Questo ambito è fondamentale e ora più che mai è necessario affermare e rivendicare l'accesso al diritto alla salute.

La possibilità di abortire viene introdotta in Italia, dopo anni di lotte, nel 1978 con la legge 194/78. L'obiettivo primario di questa legge è la tutela sociale della maternità e la prevenzione all'aborto attraverso la rete di consultori familiari.

Esistono due tipologie di aborto volontario in Italia: l'operazione (raschiamento) e la pillola abortiva (RU486). La pillola abortiva, da non confondere con la pillola del giorno dopo, può essere presa entro i primi due mesi di gestazione e vi si accede attraverso il consultorio e una serie di procedure mediche.

Tra i vari tipi di aborto chirurgico si distinguono:

- Svuotamento strumentale: è uno dei metodi più diffusi e avviene con anestesia locale;

- Isterosuzione: si esegue entro le prime otto settimane di gravidanza;

- Dilatazione e revisione della cavità uterina: si esegue in genere tra l'ottava e la dodicesima settimana di gestazione in anestesia locale o totale;

- Dilatazione e svuotamento: si utilizza dopo la dodicesima settimana e viene eseguito solo se ci sono rischi di salute della mamma o per malformazioni del feto.

Ci tengo a fare un passaggio sul diritto all'interruzione volontaria di gravidanza.

Abortire è un tuo diritto e nessuno può impedirti di accedervi. In Italia per i medici c'è la possibilità di obiezione di coscienza ma non possono ostacolarti nell'operazione. Denuncia qualunque tentativo venga fatto per impedirti di abortire o qualunque maltrattamento da parte del personale sanitario.
Se sei minorenne devi essere accompagnata dai tuoi genitori. Se, invece, non puoi/vuoi condividere questa cosa con loro, rivolgiti al consultorio più vicino. A seguito di un colloquio con l'assistente sociale ti potrà venire rilasciato da presentare al giudice tutelare dei minori che ti autorizzerà ad effettuare l'IGV. Durante questo iter nessuno è autorizzato a contattare i tuoi genitori senza il tuo permesso.

Non è mia intenzione impormi moralmente: il momento dell'aborto è difficile sia per un uomo che per una donna. Un consiglio lo dò però ai giovani (o meno) uomini che stanno leggendo, ed è quello di stare accanto alla vostra compagna: la scelta di abortire o meno, soprattutto con il difficile accesso alla pratica che si vive in Italia, non è mai facile per una donna.

Approfondimenti:

https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4476&area=Salute%20donna&menu=societa 

https://nonunadimeno.wordpress.com/2020/05/19/sos-aborto-a-39-anni-dal-referendum-sulla-legge-194-gli-obiettori-la-bloccano/#more-10346 


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