Il piano Marshall

03.04.2020

Come si è rialzata l'Europa, non tanto economicamente, quanto diplomaticamente dopo la seconda guerra mondiale, con delle condizioni tali da permettere la nascita dell'Unione e non lo scoppio di una terza guerra mondiale? Grazie a una forte integrazione tra le economie ai due capi dell'Atlantico in una maniera sistematica definita: Piano Marshall

Scritto da Alessandro Averna 

2 min.


Proposto dal Segretario di Stato (ministro degli esteri) George Marshall della presidenza Truman, che lo firmò il 3 Aprile, l'omonimo piano consisteva nello stanziamento di 14miliardi di dollari in 4 anni col fine di agevolare la ripresa economica dei paesi più colpiti dalla guerra, con un particolare occhio di riguardo verso le potenze perdenti, affinché in futuro queste non si sentissero umiliate come era avvenuto al termine della prima guerra mondiale. Molti studiosi vedono solo finalità economiche e diplomatiche all'interno del piano Marshall, ma un occhio critico dovrebbe considerare la grande valenza e la forte risonanza geopolitica che esso ebbe nel contesto della Guerra Fredda. Va precisato che gli aiuti americani furono proposti anche ai paesi del futuro Patto di Varsavia, ma l'URSS intimò loro di non accettare, facendo capire al mondo che anche da questa azione si sarebbe avuto un grande solco nelle relazioni tra USA e URSS.

A riguardo, però, Paolo Mieli dirà che il Piano Marshall in sé non fu la causa della posizione marginale dell'Europa nella seconda metà del 900, ma fu una conseguenza della stessa marginalità, dovuta invece al fatto che USA e URSS, oltre che essere uscite meglio dal conflitto, godevano già di condizioni a priori di gran lunga favorevoli rispetto ai singoli stati europei, non ancora uniti sotto alcun trattato.

Fonti: Rai Storia, Orizzonti, Paolo Mieli

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