Il trattato di San Francisco
Il tramonto della Seconda guerra Mondiale viene ufficialmente dichiarato con il Trattato di San Francisco, ma quali sono le altre conseguenze di questo patto che coinvolgerà buona parte delle potenze nazionali dell'epoca?
Scritto da Silvia Giunta
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Il trattato di San Francisco sancisce la conclusione dello stato di guerra del secondo conflitto mondiale. I negoziati si concluderanno l'8 settembre del 1951, con la firma del documento, ma le clausole previste dal documento entreranno in vigore solo a partire dal successivo 28 aprile.
Le trattative si svolgono alla presenza di quarantanove nazioni, e una delle conseguenze più rilevanti che il negoziato avrà sarà l'imposizione di una forte presenza statunitense negli affari interni ed esterni del Giappone.
Il trattato di San Francisco, infatti, costringe le autorità nipponiche a cedere diversi territori alla superpotenza nordamericana; primi fra tutti i territori della Corea, del Taiwan, di Hong Kong e di diverse isolette del Pacifico. L'intrusione degli USA nell'amministrazione giapponese, però, non si ferma qui. Sono questi, infatti, gli anni in cui viene elaborata la dottrina Yoshida, oggi considerata priva di senso e validità. Questa corrente di pensiero impedisce alla potenza nipponica di inviare truppe di autodifesa all'estero, instaura un'assoluta dipendenza dal governo statunitense nell'ambito della sicurezza, e costringe il paese a concentrarsi sullo sviluppo economico, piuttosto che su quello territoriale.
L'accordo non verrà accolto che non entusiasmo né da molti dei paesi orientali che partecipano alle trattive, né da parte della popolazione giapponese. Ne è un esempio lampante ed emblematico, il suicidio rituale commesso da Yukio Mishima, subito dopo un assalto fallito al quartier generale delle forze di autodifesa.
Approfondimenti:
https://www.limesonline.com/il-giappone-dopo-il-trattato-di-san-francisco-del-1951/3496