Invasione della Baia dei Porci

17.04.2020

Ogni evento storico ha dietro di sé due cause: una prossima ed una remota, come diceva già lo storiografo greco Polibio. Andiamo ad analizzare entrambe le cause della crisi di Cuba, roteando attorno al 17 Aprile 1961, data dell'invasione della Baia dei Porci.

Scritto da Alessandro Averna

4 min.


Nel Gennaio del 1959 la rivoluzione cubana ha successo al grido del motto "Hasta la victoria siempre", sostituendo così il dittatore de facto filo-usa Fulgencio Bautista, con un altro dittatore dalle ideologie opposte al precedente, Fidel Castro, capo dei rivoltosi.

Da questo momento Castro applica diverse riforme volte all'applicazione di un regime comunista a Cuba, come l'eliminazione del sistema pluralista e, cosa che già rendeva il comunismo inviso ai capitalisti, la statalizzazione della proprietà privata. Avendo gli USA avuto de facto il controllo dell'isola tramite Bautista fino al '59, essi sono i maggiori investitori e quindi la maggior parte delle aziende è di proprietà di privati statunitensi, i quali, principalmente la famiglia Rockefeller, si vedranno tolte le loro industrie: pompe di benzina, raffinerie, catene alberghiere e in generale ogni forma di proprietà privata viene rilevata dallo stato. Inoltre il regime cubano gode di una forte immagine internazionale e punta da subito gli occhi su un grande progetto di cooperazione sudamericana, facendo temere agli americani un contagio rosso anche nelle zone dell'America Latina.

Gli USA credono di dover agire a Cuba contro i rivoluzionari di Fidel Castro e negli ultimi mesi del mandato di Eisenhower, Richard Nixon, vicepresidente, e il capo della CIA, Allen Dulles lavorano a un piano. Quest'ultimo diede il nome ufficiale della strategia: Operazione Zapata, zona fino a dove si sarebbe protratta l'invasione.

Ma perché creare un piano di sovversione di un regime invadendo solo una parte dello stato nemico, una parte che non è nemmeno la capitale?

Perché gli americani, per costituzione, non possono dichiarare guerra per primi se non in supporto a un altro stato, pertanto il progetto era quello di addestrare degli anticastristi, far conquistare loro un pezzo di terra debolmente difeso e fortemente anticastrista, permettere a questo pezzo di terra di essere riconosciuto dagli USA come stato legittimo e solo successivamente dichiarare formalmente una guerra che, chiaramente, non avrebbe avuto storia.

Piano arzigogolato, sulla carta può funzionare, ma gli USA non hanno fatto i conti con il loro sistema di governo: una democrazia liberale.

Di lì a poco ci saranno le elezioni, siamo nel 1960, Eisenhower è a fine mandato e conta sul fatto che il suo delfino, Richard Nixon, vinca le elezioni contro un giovane Kennedy, ma così non è: Kennedy vince, ha basato la sua campagna elettorale sulla "Nuova Frontiera", una politica pacifista. Il nuovo leader temporeggia, non vuol sembrare ipocrita agli occhi del popolo e il piano non lo convince, ma a inizio Aprile è costretto a dare luce verde per un piccolo imprevisto: i cubani hanno scoperto del piano, non da qualche agente agente segreto o spia stile guerra fredda, ma da un giornale, un giornale statunitense, di Miami per la precisione. Kennedy criticherà a riguardo: "A Castro non serve mandare spie negli USA, gli basta leggere il giornale!"

L'attacco era previsto per il 18 Aprile, ma gli USA lo anticipano di un giorno, facendo sbarcare gli esuli guerriglieri cubani anticastristi in quella che è definita poi dalla storia "Baia dei Porci", nel sud di Cuba, vicino la città di Giron, il 17 Aprile 1961. Lo sbarco in sé viene però preceduto da una delle più grandi messe in scena della storia: come detto gli americani ufficialmente non possono sparare sui castristi, quindi dipingono alcuni loro aerei con le insegne cubane, e cercano di far credere al mondo che l'aviazione cubana abbia disertato. Molti di questi vengono abbattuti. Nonostante l'imbarazzante commedia gli anticastristi riescono a sbarcare, ma trovano i fedelissimi di Fidel pronti a cingerli.

Il giorno dopo il capo dell'Unione Sovietica, Chruscev, dichiara il proprio appoggio a Fidel Castro e minaccia un intervento armato, quindi, non potendo gli americani intervenire direttamente in maniera ufficiale, a causa dei lunghi tempi di dichiarazione di guerra del Congresso, decidono di ritirarsi: saranno mandati dei bombardieri americani, senza alcuna insegna, dal Nicaragua per coprire l'imbarco degli anticastristi e la loro fuga. Avviene l'ennesima goffagine però: i bombardieri partono con un'ora di ritardo perché seguono il fuso orario del Nicaragua, arrivano a Cuba che la situazione è tragica, molti sono riusciti a fuggire, ma i Castristi hanno già rinsaldato le loro linee e abbattono 2 bombardieri, i piloti dei quali vengono congelati dal governo di Fidel Castro, come prova che gli americani sono direttamente correlati all'atto militare.

Il colosso americano ha subito la più grande sconfitta fino al Vietnam, e questo conflitto sarà la causa prossima alla crisi dei missili di Cuba, mentre la causa remota rimane essere l'instaurazione del regime comunista castrista così vicino alle coste americane.

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