La lotta per l’emancipazione femminile

17.07.2020

La figura femminile ha attraversato secoli di storia priva di ogni considerazione agli occhi di un mondo governato dagli uomini. Negli ultimi 100 anni la situazione è notevolmente cambiata, ma come si è arrivati alla situazione attuale? 

Scritto da Silvia Giunta

3 min.


La storia della lotta per il conseguimento dei diritti della donna è lunga e travagliata, e affonda le sue radici in un passato in cui coloro che appartenevano al "gentil sesso" venivano considerate alla stregua di un oggetto, un mero possedimento del padre o del marito.

Persino alcune civiltà, come quella greca o quella romana, che hanno influenzato notevolmente ogni aspetto della nostra cultura e del nostro modo di pensare, erano dominate dalla misoginia e dal maschilismo.

Nella democratica Atene, elogiata per le sue menti illuminate e per la sua modernità, le donne non avevano nemmeno la possibilità di uscire, se non per partecipare a pochi eventi pubblici o religiosi. Nella Roma antica, in cui la vita politica rappresentava il fulcro dell'esistenza di ogni uomo, alla figura femminile era proibito l'accesso agli affari pubblici, e anche qualora una moglie o una figlia fosse coinvolta nelle decisioni del padre o del marito, non avrebbe mai potuto ottenere il riconoscimento delle proprie capacità.

L'avvento del cristianesimo non migliora di certo la condizione femminile, basti pensare al fatto che, ancora oggi, alle donne è precluso il cammino verso il sacerdozio. Piuttosto è proprio con l'esasperazione del pensiero cattolico che comincia un periodo di oscurantismo che si abbatte soprattutto sul "gentil sesso": quello del predominio dell'Inquisizione. Le prime vittime del fanatismo, infatti, sono proprio le donne che vengono considerate diverse: coloro che decidevano di non sposarsi, le prostitute, le donne più povere.

La Rivoluzione Francese riequilibra in parte il meccanismo di disparità tra il sesso maschile e quello femminile. La Convenzione emana infatti, il 20 settembre del 1792, un decreto che introduce il diritto al divorzio, che può essere invocato da entrambi i coniugi e conferisce alle mogli la possibilità di usufruire liberamente del proprio patrimonio, anche senza il consenso del marito. Nello stesso anno, inoltre, Olympe de Gouges pubblica il romanzo "Le Prince Philosphe", in cui rivendica i diritti delle donne e redige la celeberrima Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina.

I progressi compiuti durante gli anni della rivoluzione vengono pressocchè annullati dall'entrata in vigore del Codice Napoleonico, che prevedeva l'autoritarismo del "pater familias" e che annullava la capacità giuridica della donna.

L'eredità di Olympe de Gouges (ghigliottinata nel 1793) viene però raccolta dalle donne del diciannovesimo secolo; cominciano le proteste, i cortei, le sommosse. Nel 1869 viene fondato in Inghilterra il movimento delle suffragette dall'attivista Millicent Fawcett.

Le prime conquiste tardano ad arrivare, ma a seguito della Prima Guerra Mondiale la figura femminile assume un ruolo sempre più importante all'interno della società dei primi del Novecento, e, finalmente, nel 1918 le prime donne acquisiscono il diritto di voto, anche se il suffragio universale verrà raggiunto solo nel 1928.

Il movimento si diffonde ben presto in tutto il mondo e si rivela una novità dalla portata rivoluzionaria, che porta donne di ogni nazione, condizione sociale ed economica a mobilitarsi per il conseguimento del diritto di voto.

Le lotte vengono spesso coronate da successo, e così il suffraggio universale viene raggiunto negli Stati Uniti (1920), in Australia (1902), in Canada (1920). L'Italia, purtroppo, anche in questo si rivela ritardataria. Il diritto di voto verrà infatti concesso alle donne solo nel 1946, a seguito della conclusione della Seconda Guerra Mondiale.

La questione, infatti, per quanto avesse solleticato l'interesse dell'opinione pubblica, era stata accantonata dal regime fascista.

Naturalmente il conseguimento di questo diritto fondamentale è solo il primo passo verso un'emancipazione che non è ancora stata portata a compimento.

Sono state approvate leggi di ogni tipo che garantiscano l'uguaglianza giuridica, sociale ed economica dei due sessi, ma la mentalità che stava alla base di una società maschilista non troppo lontana non è ancora stata sradicata, non viene ancora considerata bigotta e assurda, ed è per questo motivo che non si è ancora conclusa la lotta del femminismo per l'effettiva parità dei sessi.

Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Suffragette

https://keynes.scuole.bo.it/sitididattici/farestoria/approfondimenti/a07_12.html

Approfondimenti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Caccia_alle_streghe

https://it.wikipedia.org/wiki/Suffragio_universale#Francia



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