L'Italia non è un paese per Giovani

30.04.2020

Un divario economico tra giovani e anziani sempre più ampio, una disoccupazione giovanile che si mantiene a livelli elevati e una classe politica che investe solo in pensioni e mance elettorali. Questa è la tragica situazione che vivono le future generazioni in Italia.

Scritto da Matteo Catozzi

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Italia un paese che non pensa al futuro. Con un tasso di disoccupazione del 28.4 % (tra i 16 e i 25 anni) che si abbassa al 22.9% (tra i 16 e 30 anni) il nostro bel paese si rivela poco clemente con le nuove generazioni. A questi dati non incoraggianti si aggiunge quello riguardante al mezzogiorno e all'isole dove la disoccupazione giovanile si appresta al 44,6 % (dati 4° trimestre 2019). Non a caso tra il 2010 e il 2019 si contano quasi un milione di giovani ragazzi, con un livello medio alto di istruzione, emigrati all'estero alla ricerca di un futuro migliore. Infatti per chi rimane in Italia il futuro è tutt'altro che roseo, infatti uno studio svolto dalla banca d'Italia mostra come la ricchezza media delle famiglie under 30 sia dodici volte inferiore a quella delle famiglie over 65.

Ma da dove nasce questa situazione disastrosa? Il precipitare dell'occupazione giovanile è una delle conseguenze peggiori della crisi del 2008, infatti a pagarne la maggior parte del prezzo sono stati proprio gli under 30. Sono passati ben dodici anni dalla crisi ma la situazione non è migliorata. Perché? Innanzitutto i giovani sono una minoranza nella popolazione italiana che ricordiamo essere una delle piú anziane al mondo. Di conseguenza non sono uno dei target elettorali maggiori, come lo sono ad esempio i pensionati. Dando un sguardo ai programmi degli ultimi due governi che si sono succeduti, il governo giallo-verde e il governo giallo rosso, si nota immediatamente come i giovani non siano uno dei punti cardini o addirittura non siano presenti. Nel caso del contratto di governo giallo-verde su 30 punti nemmeno uno riguardante le nuove generazioni.

Lo scorso governo ha preferito puntare su mance elettorali come il reddito di cittadinanza o su le pensioni con quota 100, nonostante l'Italia spenda in pensioni già circa il 32 % del suo PIL e negli anni passati ha commesso gravi errori su questo argomento tra cui: le "baby-pensioni" del 73' e il sistema pensionistico retributivo. Nel 1973 in seguito ha delle leggi varate dal governo Rumor alcuni dipendenti statali poterono andare in pensione alla prematura età di 35 anni. Fino alla riforma delle pensioni nel 1996 il sistema pensionistico funzionava in questo modo: la tua pensione non proveniva solamente dai contributi versati duranti gli anni ma era calcolata insieme ad altri fattori come lo stipendio recepito negli ultimi dieci anni di lavoro e questo lo rendeva decisamente piú generoso rispetto all'attuale sistema, ma insostenibile nel lungo termine.

Il governo giallo-rosso, attualmente in carica, non ha agito in modo differente dal suo predecessore fino ad ora. Nel suo programma di governo un solo misero punto riguarda i giovani, e in questo rimane molto vago sulle politiche da intraprendere. L'unica azione concreta presa finora è uno sgravo fiscale alle aziende che assumono under 35. Certamente non abbastanza per un risolvere un problema così ben radicato. Il Problema della disoccupazione giovanile deve essere risolto se si vuole rimettere in sesto il paese, poiché sostenere ai ragazzi pagare l'esoso sistema pensionistico italiano e ripaga i debiti creati dai padri e dai nonni a causa di scelte poco caute prese in un momento di forte espansione economica dove i soldi non mancavano.

Le prospettive future non sono delle migliori almeno nel breve termine a causa della crisi economica che porterà l'epidemia di Coronavirus. Anche in questa crisi i piú colpiti saranno i giovani i cui posti di lavoro (la maggior parte con contratti a tempo determinato) sono i primi ad essere sacrificati.

Un approfondimento:

https://www.linkiesta.it/2019/12/giovani-istat-sardine-governo/

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