L'Italia unita
Le note solenni dell'Inno di Mameli hanno risuonato lungo tutta la penisola, in quarantena forzata per scongiurare il rischio di contagio.
Scritto da Sasha
1 min.
L'epidemia stavolta è di musica e coraggio, perché la musica, spesso, può salvare: canti di squadra, cori da balconi di ogni casa; tantissime le città che hanno risposto all'appello, tra la gente comune e personaggi dello spettacolo. #cantachetipassa è uno dei numerosi hashtag che hanno lanciato e diffuso via social l'appuntamento con il flashmob contro il coronavirus. Da molti immortalato con foto e video che racconteranno, alla fine di tutta l'emergenza, anche questo. Da Nord a Sud, tutti rigorosamente rinchiusi in casa, ma comunque insieme, e con la musica come terapia contro la paura del Covid-19.
Quella dell'inno di Mameli prima di tutti, poi il suono delle cornamuse a Torino, la 'Napul'è' di Pino Daniele nel capoluogo partenopeo, la 'Roma Capoccia' di Antonello Venditti nella capitale e le strofe in sardo con la fisarmonica a Cagliari.
Un po' ovunque, invece, sono comparse bandiere tricolore esposte dalle finestre o sulle ringhiere: non si vedevano dagli ultimi mondiali di calcio, ma ora hanno un senso ben diverso.
In alcuni palazzi è bastato farsi sentire con sirene, tamburelli e stoviglie prese a colpi per far rumore, ma anche con telefonini, tablet e casse audio accesi ad alto volume e rivolti verso la strada. Ad innescare la serie di flash-mob sonori dal nome 'Ovunque tu sia', ora diventati in diverse città un appuntamento fisso. Girando per le strade deserte iniziano a vedersi appesi alle finestre striscioni con disegnato un arcobaleno con la scritta "andrà tutto bene".
Solo con solidarietà e unanimità, #ovunquetusia, #andràtuttobene
Fonti e approfondimenti: