Lo strano caso del #blacklivesmatter e della comunità italoamericana

25.06.2020

Negli Stati Uniti la comunità italiana ha sempre avuto problemi d'integrazione. All'inizio i pregiudizi e la cattiva fama dei nostri connazionali ne ha determinato la reclusione per anni in quartieri, ma sarebbe meglio parlare di ghetti.

Scritto da Nicola Quaranta 

1 min.


Poi con un lavoro minuzioso, pietra su pietra, con notevoli difficoltà, si è cercato di vivere in armonia con le altre comunità, non sempre un percorso semplice da intraprendere.

Si citerebbe ad esempio l'esecuzione di Sacco e Vanzetti, all'inizio del secolo scorso, rivelatasi un disastro giudiziario.

Oggigiorno la situazione è moderatamente progredita, ma non del tutto risolta, gli italiani non sono più malvisti come un tempo ma non scevri da luoghi comuni e pregiudizi.

Ma cosa è accaduto in questi giorni?

La situazione di protesta, in seguito alle violenze della polizia, ha causato vandalismo in tutto il paese, a causa dell'azione di gruppi antifa. La popolazione è divisa e frammentata, la comunità italiana si è stretta a cerchio nei confronti di quelli che sono i propri simboli. Colombo è uno di questi.

Colombo è, in sostanza, il simbolo dell'integrazione della comunità italiana negli States.

Andare a distruggere questa statua sarebbe come demolire la statua di Martin Luther King. Un simbolo. Per gli altri. Tuttavia si sa che che certe volte dalla ragione si passa al torto. Eppure risulterebbe inutile scomodare Pasolini per spiegare il fascismo di certo antifascismo.

L'ipocrisia palese e l'ignoranza di certi movimenti o di certe partizioni di essi è scusabile solo in funzione di un'acerbità che non è consona a persone che si proclamano aperte e progressiste; a meno che tanto progressiste poi non lo siano. La violenza andrebbe condannata in senso generale e non solo quando proviene da una parte, soprattutto quando se ne vorrebbe condannare l'uso. Questa è una grande lezione che si può appendere da Pasolini e dagli "Scritti Corsari", nei quali manifestava dissociazione da quei violenti rissosi del '68 che avevano poco di proletario e quasi parteggiava per i poliziotti che invece avevano, soprattutto nei ranghi inferiori, quelli più colpiti, di origini umili e di conseguenza un sentire più simile al proprio. Pasolini già intuiva che il fine di queste proteste fosse di incanalare l'opinione pubblica verso nuove organizzazioni di potere, consumistico ed edonistico.


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