Nonostante tutto, la vita è ancora qui
Una cultura spezzata, un patrimonio rovinato e un incendio innescato. È questo quello che è successo un anno fa alla cattedrale di Notre Dame: le fiamme hanno preso il sopravvento.
Scritto da Lorena Papotto
3 min.
A Notre Dame il tempo, così come la memoria, sembrano essersi fermati a quelle fiamme che la colpirono circa un anno fa. Quel 15 aprile 2019 alle 18:50 tutto è cambiato in Francia e nel mondo, paralizzato da questo avvenimento. Nessuno si sarebbe mai immaginato che, un giorno, il principale culto di Parigi, la chiesa madre dell'arcidiocesi, patrimonio dell'Unesco dal 1991, potesse bruciare davanti agli occhi impotenti dei fedeli.
La cattedrale, sede della cattedra dell'arcivescovo di Parigi, si trova nella parte orientale dell'Île de la Cité e fu costruita nel 1160 ma completata solo un secolo dopo, nel 1250. Con la sua imponente forza resistette a saccheggi, vandalismi e perfino alla distruzione della Seconda Guerra Mondiale e poi un incendio è riuscito a metterla in ginocchio portando al collasso il tetto e la flèche, la guglia posta nella crociera della cattedrale. (Wikipedia)
Il momento più critico dell'incendio fu alle 21 quando minacciava di propagarsi alle torri. La torre Nord contiene le campane e una di esse pesa 13 tonnellate, quindi, se fosse caduta, avrebbe distrutto l'intera torre. Così il capitano dei pompieri prese una decisione molto importante: fare entrare le squadre nelle torri per fermare l'incendio.
Alle 21:45 arrivò finalmente la felice notizia che le torri erano salve anche se un pompiere, nella lotta contro le fiamme, era rimasto ferito. La coraggiosa decisione presa dal capitano salvò, quindi, una parte di storia. L'incendio fu definitivamente spento solo alle 2 di notte. Il presidente francese, Emmanuel Macron, a seguito la notizia, disse:《Con Notre Dame è bruciata anche una parte di noi》.
Ad oggi è in corso un lavoro di restauro che, come ha promesso e ribadito più volte Macron, dovrebbe concludersi per il 2024, in tempo per le Olimpiadi. In estate tutto si è fermato a causa delle verifiche per la contaminazione di piombo, anche l'inverno e il forte vento di quella stagione hanno fatto la loro parte rendendo impossibili i lavori in quota e, un po' più tardi, a metà marzo, è iniziata anche lì l'emergenza da Covid-19 che ha bloccato il cantiere, il quale è tutt'ora fermo ma il sogno di consegnare i lavori in 5 anni resta. 《Se il restauro di Notre Dame è così importante per tutti noi, probabilmente è perché è un simbolo della resistenza del nostro popolo, della sua capacità di superare le difficoltà e di risorgere》 è così che il presidente francese definisce il restauro.
Nel pieno della pandemia, il Venerdì santo, l'arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, ha lanciato un accenno di speranza ai fedeli. Sotto i resti anneriti e le polveri che ricordano la tragedia, con la corona di spine salvata all'ultimo momento dalle fiamme al centro della venerazione, Aupetit disse:《Siamo in questa cattedrale metà distrutta a testimonianza che la vita è ancora qui》. Messaggio perfetto per il momento che stiamo tutti vivendo.
Le cause dell'incendio sono state da subito al centro dell'attenzione e della polemica. Molti pensavano fosse doloso o, magari, un attentato, altri davano la colpa ai lavori di restauro che erano in corso in quel periodo. Invece, a fine giugno, la procura di Parigi concluse l'inchiesta preliminare che ha categoricamente escluso cause dolose o criminali e ha attribuito la colpa ad una sigaretta spenta male o a un cortocircuito. Speriamo che la procura abbia ragione perché non è pensabile che qualcuno abbia potuto attaccare volontariamente la cultura francese e mondiale.
Fonti:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Notre-Dame
https://tg24.sky.it/mondo/2020/04/15/notre-dame-incendio-ricostruzione
Approfondimenti:
https://www.agi.it/estero/croce_reliquie_incendio_notre_dame-5349921/news/2019-04-17/