Omicidio a Mafiopoli

09.05.2020

Nel corso degli anni settanta, molti casi sono stati parte determinante della storia del nostro Paese, purtroppo in negativo. Essi hanno dimostrato come le istituzioni nazionali siano state fondate sul marciume, nel periodo in cui ogni cosa aveva un'altra faccia della medaglia.
Scritto da Alessandro Averna

3  min. 


Nella notte tra l'8 maggio e il 9 maggio vengono commessi due delitti, le vittime sono due persone che volevano ripulire lo Stato dal marcio. A Roma viene trovato morto il capo della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, dopo una lunga prigionia che aveva tenuto il Paese col fiato sul collo: tutti i telegiornali parlano dello statista e delle conseguenze che questo assassinio potrebbe scatenare.

Nel frattempo però, un giovane voglioso di cambiare le sorti della propria piccola realtà va in contro a nemici di una scelleratezza ancora più efferata rispetto agli assassini di Aldo Moro: la mafia. Si tratta di Giuseppe Impastato, appartenente a una famiglia coinvolta in relazioni mafiose, da lui ben presto ripudiata.

Peppino porta avanti un'emittente radiofonica, chiamata Radio Aut, dove deride i mafiosi locali e racconta dei loro traffici sempre in maniera parodistica. Oltre a questo invita a porre un occhio su diversi appalti pubblici finiti nelle mani di gente poco raccomandabile e si fa portavoce delle classi più basse che si erano viste soffiare i propri terreni per dar vita proprio a quegli appalti, come nel caso dell'Aeroporto di Palermo.

Inoltre Peppino fa parte di movimenti politici di sinistra, da sempre apertamente contrari ai "capuzzelli" locali, ma questa suo appartenenza politica sarà proprio il capro espiatorio della sua morte, passata quasi inosservata anche per via del ritrovamento della salma di Aldo Moro.

Nella notte tra l'8 e il 9 Maggio 1978 Giuseppe Impastato viene prelevato dalla propria abitazione e condotto in un casolare ferroviario in zona Cinisi, dove sarà torturato. In seguito viene legato a delle cariche di esplosivo lungo la ferrovia e fatto saltare in aria.

I mandanti del suo assassinio, come Gaetano Badalamenti, Tano Seduto per radio Aut, oggetto cardine delle accuse di Impastato, depisteranno le indagini facendo leva sull'appartenenza politica di Peppino, dichiarando che si trattava di un estremista che, nel tentativo di far brillare la ferrovia, aveva commesso un errore esplodendo insieme alla carica di tritolo; altri ancora diranno che si trattava di un suicidio.

Viene aperto un fascicolo, archiviato nell'84 che almeno smentisce l'ipotesi suicida e afferma una pista mafiosa, poi riaperto negli anni 90 e chiuso di nuovo nel 99, per giungere a una riapertura negli anni 2000 e la condanna all'ergastolo in contumacia per Gaetano Badalamenti nel 2002.

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