Un attentato muto

15.05.2020

La fine della Prima Guerra Mondiale portò alla nascita di risentimenti nazionalisti in tutto il mondo, in Europa a causa delle umiliazioni territoriali, nel resto del globo per la consapevolezza della nascita di un nuovo ordine mondiale, volto a limitare le sovranità nazionali con lo scopo di ostacolare la nascita di nuovi conflitti. Spesso si giunse a colpi di Stato, in Giappone invece fu un processo naturale con il solo incidente del 15 Maggio, quando anche Charlie Chaplin rischiò la vita.

Scritto da Alessandro Averna

2,5 min.


Il Giappone esce dalla Prima Guerra Mondiale come nazione alleata delle potenze vincenti. Esso, data anche la lontananza dai teatri di guerra più attivi, ha avuto modo di crescere durante il conflitto, sia a livello scientifico che militare: se infatti da una parte si è allineato alle potenze occidentali, dall'altra ha sfruttato il momento bellico per ingrandire il proprio esercito, arrivando a costituire la terza flotta al mondo.

Durante il primo conflitto gli armamenti più cattivi e rivoluzionari erano stati i sottomarini, infatti questi venivano usati dai tedeschi per decimare le scorte di viveri trasportate via mare. Per evitare che ciò possa avvenire di nuovo in futuro tutti i paesi più grandi investono ulteriormente su una corsa agli armamenti navali, allo scopo di "aumentare le proprie difese". Ben presto si accorgono che questa mossa potrà solo accrescere il problema, non ridurlo, così Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Giappone si riuniscono a Washington per stipulare un trattato circa la riduzione delle proprie forze di mare.

Conviene a tutti, o quasi: la Gran Bretagna ha già la marina più forte, quindi una riduzione comporterebbe solo meno spese di mantenimento; gli Stati Uniti non rischierebbero un nuovo affondamento dei propri transatlantici commerciali; l'Italia diventerebbe la vera padrona del Mar Mediterraneo, data la minore presenza inglese; il Giappone invece è un'isola isolata dalle potenze dell'Intesa e vede la mossa occidentale come un tradimento da parte degli ex alleati, volto a sottomettere la nazione nipponica.

La marina giapponese non apprezza la ratifica del trattato e organizza un attentato, dopo il quale, per la grande tensione generata, l'imperatore Hirohito, molto vicino agli ambienti militari, avrebbe consegnato il potere nelle mani dei gerarchi dell'esercito.

Il piano si sarebbe dovuto attuare il 15 Maggio, giorno in cui Charlie Chaplin si sarebbe recato in Giappone. L'obiettivo è quello di uccidere il capo del governo Inukai Tsuyoshi e, nella stessa occasione, l'attore che si sarebbe dovuto recare a casa del primo ministro.

Quando i sicari, undici giovani marinai, giungono nella residenza uccidono a sangue freddo il vecchio politico e poi cercano Chaplin, ma non lo trovano: egli, infatti, si trova con il figlio della vittima a vedere uno scontro di sumo. Realizzato il fallimento gli assassini si costituiscono, ma grazie a un fortissimo appoggio popolare e imperiale, la loro pena è talmente blanda da essere rilasciati poco dopo.

Perché uccidere il primo ministro e anche Charlie Chaplin? La morte del capo del Governo avrebbe causato un vuoto di potere materiale, ma esso sarebbe stato utile solo in aggiunta all'assassinio di Chaplin, in quanto la morte di quest'ultimo avrebbe aizzato i rapporti già tesi con gli Stati Uniti causando una grave crisi internazionale alla quale sarebbe servita la risposta di un governo forte e autoritario, come quello proposto da una giunta militare.

L'attentato è miseramente fallito, ma il Giappone ha proseguito il proprio percorso verso l'estremizzazione nazionalista in maniera naturale: il concetto militarista era proprio insito nel popolo e nell'imperatore.

Fonti: Wikipedia

Approfondimenti:

Trattato di Washington -https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_navale_di_Washington

Charlie Chaplin - https://it.wikipedia.org/wiki/Charlie_Chaplin



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